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COSA VISITARE NELLA  

PROVINCIA DI GORIZIA?

Il passato movimentato della seconda provincia più piccola della regione. 
De provincie Gorizia
De provincie Gorizia
La provincia di Gorizia 
LA PROVINCIA DI GORIZIA 
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"Capoluogo" dell'Isontino è Gorizia, insieme alla vicina cittadina Gradisca d'Isonzo, appartenevano entrambi alla contea di Gorizia, una volta un territorio dove comandavano i potenti conti austriaci e dopo il 1500 la casa asburgica. Questa influenza  Mitteleuropae si può ancora notare nello stile architettonico ma anche nella sua gastronomia.

 

La provincia di Gorizia offre un paesaggio molto versatile. Le Alpi Giulie al confine con la Slovenia al nord, trasformandosi verso il centro in dolci colline ricca di vigneti. La piccola perla ex-asburgica, la cittadina di Cormons, è al centro del famoso “Collio, la zona Doc per eccellenza famosa per la produzioni di ottimi vini venduti in tutto il mondo.

 

Ma Gorizia conosce anche un aspro terreno, il famoso “carso goriziano” palcoscenico di tante battaglie durante la Prima Guerra Mondiale lungo il fiume Isonzo conosciuto anche come “il fiume della Patria. Testimonianza impressionante della Grande Guerra è il Sacarario di Redipuglia. Monumento Nazionale dove 100.000 soldati riposeranno per sempre in pace.

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Dopo la pianura si arriva infine al mare Adriatico dove prima che inizi il mare aperto si passa per la laguna di Grado, una piccola isola ricca di storia ma anche splendida località balneare famose per le sue terme.  

 

 

 

GORIZIA 

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A Gorizia si respira l'atmosfera sospesa tipica di una città di confine: nella piazza Transalpina, fino al 2004 fisicamente divisa da un muro, si passeggia con un piede in Italia e uno in Slovenia. Grazie alla sua particolare posizione geografica, Gorizia è sempre stata influenzata culturalmente dall’incrocio tra diverse civiltà: quella latina, quella slava e quella germanica. Posta al confine orientale, ha sempre giocato un ruolo centrale nella Mitteleuropa. Oggi le sue strade, la sua architettura e i suoi parchi testimoniano la grande storia di questa città.

Il panoramico castello medioevale è il cuore e il simbolo della città, anche se l'attuale profilo non rispecchia fedelmente quello originario del XI secolo, tra aggiunte di bastioni e ricostruzione - non ultima quella degli anni '30  per recuperare l'edificio dopo i danni subiti dalla Prima Guerra Mondiale - gode di un'atmosfera medievale incredibilmente suggestiva. 

Dalla cima del colle la vista spazia sulle dolci distese di colli fiabeschi e sull'intera città, dove convivono in modo armonioso architetture medievali, barocche e ottocentesche. Amatissima dalla borghesia asburgica per il suo clima mite e la sua vicinanza al mare, veniva chiamata la "Nizza dell'Adriatico".

Fra i molti palazzi storici emergono Palazzo della Torre, Palazzo Attems Petzenstein e Palazzo Werdenberg, sede della Biblioteca Statale Isontina. La storia della comunità ebraica di Gorizia è raccontata invece nel Museo Sinagoga Gerusalemme sull'Isonzo di via Ascoli.

Tra parchi incantevoli, come il Parco Piuma sul fiume Isonzo, il Parco del Palazzo Coronini Cronberg (con alberi di tutto il mondo) e il Giardino Viatori, molto spazio ha anche la cultura: tanti i musei da visitare, anche particolari e curiosi, come i Musei Provinciali con il Museo della Moda e delle Arti Applicate, il Museo della Grande Guerra e la Collezione Archeologica, Il Museo del Medioevo Goriziano all'interno del castello.

Sulle alture della città, in località Oslavia, si trova l'imponente Ossario di Oslavia, che raccoglie le spoglie di soldati italiani ed austro-ungarici caduti durante la Prima Guerra Mondiale.

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GRADISCA D'ISONZO

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Gradisca d’Isonzo, città-fortezza dei veneziani, le cui impronte, nonostante la lunga dominazione asburgica, sono ancora ben visibili un pò ovunque. A cominciare da ciò che resta delle mura e dei torrioni che circondano il centro storico, innalzati proprio durante il dominio della Serenissima per difendere il territorio contro le invasioni turche. Dal 1521 in seguito alla guerra della Lega di Cambrai e la successiva pace di Worms, la città passò nelle mani degli Asburgo e diventa la principesca Contea di Gradisca. Un po’ alla volta, all’impronta militare dell’assetto urbano si andarono sostituendo palazzi e ville che ne fecero una rinomata cittadina di villeggiatura.

 

Nella Via Battisti – detta anche “strada bella” per via delle numerose case nobiliari e più di recente i negozi che la costeggiano – sorge il Duomo dei Santi Pietro e Paolo con al suo interno un imponente monumento funebre sorto in onore di Nicolò II della Torre, primo capitano della città.

Un altro edificio interessante è Palazzo Torriani, sede del Municipio e del Museo Civico e della Galleria regionale di arte contemporanea “Luigi Spazzapan”.


Molti i ristoranti e i punti di ristoro: tra tutti l’Enoteca regionale “La Serenissima” in cui si possono assaggiare i migliori vini del Friuli Venezia Giulia. Indubbiamente il prodotto enogastronomico che la caratterizza è il vino, nelle varie qualità tipiche della zona d.o.c. Isonzo.

 

 

 

IL COLLIO, ZONA D.O.C PER ECCELENZA E IL PAESE  CORMÒNS

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Splendido anfiteatro collinare che si snoda dalla periferia nord di Gorizia fino ai confini con la Slovenia, arrivando a sfiorare i paesi già in provincia di Udine, il Collio, per i profili verdi e armoniosi delle sue alture appena accennate, i vigneti, gli alberi in fiore, ma anche i tanti retaggi medievali che punteggiano l’intero territorio, viene spesso paragonato a una Toscana in miniatura.  Il microclima, unico per via dei venti mai troppo pungenti e temperature mite, grazie alle Prealpi che riparano la zona da nord, si adatta perfettamente al “ponka” il caratteristico terreno del Collio che permette una produzione vinicola DOC, i cui vini si esportano in tutto il mondo.

 

Cittadina principale del Collio è Cormons, una volta in tempi antichi, sede del Patriarcato di Aquileia, passando poi sotto la dominazione asburgica che spiega la sua impronta asburgica. Costruito intorno a una cinta medievale che ospita non pochi edifici di interesse storico e artistico, come il Castello, databile al VI secolo d.C., il Duomo di Sant'Adalberto, il Palazzo Locatelli - (18 ° secolo) ora adibito a Municipio e la contigua Cjase da Plef Antighe (antica dimora del parroco) che custodisce testimonianze dell'arte sacra locale.

 

Per gli appassionati di vino e di viti una tappa di sicuro interesse è la "Vigna del mondo"  curata dalla "Cantina produttori di Cormons"; oltre 800 varietà di viti provenienti da ogni continente che, vendemmiate insieme, danno origine al  "Vino della Pace". Un blend di uve diverse le cui bottiglie vengono inviate ogni anno a capi di Stato di tutto il mondo in segno di fratellanza universale. 

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Ovunque nel Collio è un tripudio di uva e di vigne, tanto che è stata designata la "Strada del Vino e delle Ciliegie". Tipiche della zona, oltre alle ciliegie, sono anche le prugne e le mele, e tra gli ortaggi "la Rosa di Gorizia", radicchio locale dalla caratteristica forma a fiore. 

 

Visita il Collio con la vespa gialla!

E’ possibile vivere la Strada del Vino del Collio con un trasporto speciale! Partendo da Cormons si può visitare diversi viticoltori in sella a una Vespa giallo chiaro! Puoi trovare maggiori informazioni al riguardo cliccando su questo link.

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GRADO L'ISOLA DEL SOLE

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Là “dove la terra s’affonda con infinita dolcezza”, per dirla con le parole del celebre poeta gradese Biagio Marin, sorge Grado, la “piccola Venezia” del Friuli Venezia Giulia.

Non è caso che i gradesi amano definire la propria città “figlia di Aquileia e madre di Venezia”. Grado infatti nasce come scalo marittimo di Aquileia per diventare, alla scissione del Patriarcato di Aquileia nel 606, avamposto bizantino contro i Longobardi ed entrare poi nell’orbita della Serenissima, che andava affermando il suo potere.

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La città andò via via perdendo il proprio potere, fino a trasformarsi in un umile borgo dei pescatori. Fino a quando nel 1815 l’avvento del dominio asburgico ne segnò la rinascita faccendone un luogo balneare e termale per la nobiltà austriaca. Dal 1918 fa parte dell’Italia e ancora oggi è una metà turistica molto ambita non soltanto per i nostri vicini nordici ma per tanti turisti sia italiani che stranieri.

Le tracce storiche sono ancora visibili nelle strade dell'antico Castrum Romanum, dove è possibile ammirare la Basilica di Sant'Eufemia, che risale al primo cristianesimo, e la chiesa di Santa Maria della Grazie. Il centro storico, un labirinto di calle e campi, appartiene interamente ai pedoni, che possono scoprire con calma i suoi aspetti caratteristici.

Mentre si cammina sul lungomare Nazario Sauro, si può godere di un panorama mozzafiato dove la vista ti porta dalla zona carsica fino a Trieste e la costa istriana.

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Una vita da pescatore

La gente di Grado si è sempre sostentata con la pesca. Usava come rifugio i tipici casoni di canne che popolano ancora la laguna. La cucina di mare, perciò, elabora tradizioni antichissime ed è rappresentato dal piatto tipico più famoso: il boreto a la graisana. I casoni si possono ancora vedere facendo un giro in barca nella laguna. 

 

Le riserve naturali

Uno scenario da sogno di innegabile bellezza con una natura eccezionalmente ricca, la laguna di Grado con una superficie totale di circa 90 chilometri quadrati comprende due riserve naturali, in cui viene preservata la biodiversità protetta.

 

Dove la spiaggia è un elegante salone

Il mare calmo e pulito, le acque poco profonde e digradanti, le numerose spiagge sabbiose, l'intrattenimento attraente per adulti e bambini, la buona cucina, le confortevoli strutture per la ristorazione e le numerose strutture ricettive rendono questo posto molto sicuro e protetto. Grado vanta da anni la Bandiera Blu, il marchio di qualità per la buona qualità dell'acqua e un buon servizio turistico. Per più info cliccate qui.

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Il Perdòn di Barbana

Ogni prima domenica di luglio, a Grado, si celebra una pittoresca festa: il Perdòn di Barbana. Un suggestivo corteo di barche, addobbate con fiori, ghirlande e bandiere raggiunge il santuario mariano nell'Isola di Barbana, per sciogliere un antico voto della città fatto 800 anni fa.

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IL SACRARIO DI REDIPUGLIA

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Redipuglia, situata sul versante occidentale del monte Sei Busi, teatro di battaglie durante la prima guerra mondiale, è famosa in tutto il mondo per il più grande Sacrario militare d'Italia che venne inaugurato nel 1938 e custodisce i resti di 100.000 soldati italiani caduti durante la Grande Guerra. Meta di migliaia di pellegrini ogni anno.

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La struttura è composta da tre livelli di complessivamente 22 gradini fatti di pietra d’Istria e rappresenta simbolicamente l'esercito che scende dal cielo, alla guida del proprio comandante, per percorrere la Via Eroica. In cima, tre croci richiamano l'immagine del Monte Golgota e la crocifissione di Cristo.

Sul pianoro, a Quota 89, si trova l'Osservatorio e un plastico del territorio che evidenzia la linea di confine all'alba del 24 ottobre 1917, il giorno della Dodicesima Battaglia dell'Isonzo.


Oggi sulle alture carsiche ci sono dei “percorsi della Pace” segnati che portano alle trincee e ai campi di battaglia della prima guerra mondiale.

Di fronte al grande sacrario si trova il vecchio cimitero militare sul colle di Sant‘Elia e il Museo della Grande Guerra con cimeli, reperti bellici, documenti, armi e pannelli informativi.

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Perdon de Barbana.JPG
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